Collana del CeRSE

Collana del Centro Romano di Studi sull’Ebraismo (CeRSE)
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

Comitato scientifico:
Tommaso Caliò (Direzione), Simona Foà, Claudia Gina Hassan, Pierluigi Magistri, Claudio Procaccia, Giordana Terracina

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Memorie di un rabbino italiano. Le agende di David Prato (1922-1943), a c. di Angelo M. Piattelli e Mario Toscano, Roma, Viella, 2022 (Collana del Centro Romano di Studi sull’Ebraismo, 3)

Questo volume propone un’ampia selezione degli appunti e delle note raccolte dal rabbino David Prato (Livorno, 1882 – Roma, 1951) in taccuini e agende, in un arco di tempo compreso tra il marzo 1922 e il dicembre 1943. Costituisce un importante documento storico e umano, per la rilevanza degli eventi narrati e per lo spessore dei ruoli e della personalità dell’autore, che fu gran rabbino di Alessandria d’Egitto (1927-1936) e rabbino capo di Roma (1937-1938, 1945-1951).

Nelle agende, finora inedite, si leggono vicende e riflessioni, ritratti di re e dittatori, rabbini e leader politici, ma anche di figure minori di compagini comunitarie, personaggi di secondo piano del giornalismo e della politica che si susseguono in una sconfinata galleria, spesso vivacemente disegnati nei loro caratteri.

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Stefania Ragaù, Sognando Sion. Ebraismo e sionismo tra nazione, utopia e stato (1877-1902), Roma, Viella, 2021 (Collana del Centro Romano di Studi sull’Ebraismo, 2)

Come dovrebbe essere una società ebraica moderna? Quale, al suo interno, il ruolo della famiglia, della religione, della legge? Sono solo alcune delle domande poste al centro dell’inedito immaginario utopico ebraico che sorse negli ultimi decenni dell’Ottocento. Nel presentare per la prima volta al lettore italiano queste fonti, la ricerca si focalizza sull’uso strumentale che il sionismo fece del «sognare Sion», al fine di disarticolarlo e ricostruire con un approccio storiografico scevro da entusiasmi ideologici un nuovo perimetro entro cui questi «visionari» diedero voce alle loro speranze di emancipazione.

Il volume mira così a ridare spazio alle «speranze d’altro genere», per dirla con Yerushalmi, che germogliarono nella diaspora ebraica e che non offrirono solo il materiale per confezionare un progetto politico o un inno nazionale. «Sognare Sion» illumina dunque quella no man’s land, in cui l’anelito utopico tentò di ridefinire un nuovo orizzonte per la speranza ebraica in epoca contemporanea, trattenendola da una sua immediata traduzione politico-messianica, per presentarla invece come una modalità con la quale ripensare la vita collettiva ebraica al di fuori del ghetto.

Pubblicazione parzialmente finanziata con un contributo da parte dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) sull’8×1000 del 2019.

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Alessia A. Glielmi, Il corpo e il nome. Inventario della Commissione tecnica medico-legale per l’identificazione delle vittime delle Fosse Ardeatine (1944-1963), Roma, Viella, 2020 (Collana del Centro Romano di Studi sull’Ebraismo, 1)

La strage delle Fosse Ardeatine è l’atto di repressione più cruento compiuto dai nazisti in una capitale europea. Benché sia tragli episodi più noti degli anni dell’occupazione, la sua ricostruzione non è stata sinora compiuta in modo puntuale a causa delle gravi lacune documentarie. Il volume ricostruisce uno degli aspetti meno indagati: il lavoro svolto dalla Commissione tecnica medico-legale della Scuola Superiore di Polizia per il riconoscimento e identificazione delle vittime delle Fosse Ardeatine attraverso l’analisi delle sue carte. Si tratta di un nucleo di fonti inedite che rivelano, in chiave storico-documentale, il lavoro svolto da una compagine eterogenea di persone che, nella torrida estate 1944, ai margini di una Roma martoriata, si impegnarono per attribuire nome e umanità ai 335 corpi ritrovati in una cava di pozzolana. Documenti tradizionali, redatti a cura dei familiari delle vittime, insieme a una documentazione non tradizionale, reperti/oggetti ad essi appartenuti, vennero analizzati da funzionari dello Stato e da sanitari. La schedatura analitica, il riordino e la digitalizzazione dei documenti come pure la catalogazione e la digitalizzazione degli oggetti hanno permesso di redigere l’Inventario qui pubblicato. L’insieme di dati emersi è così in grado di restituire, a più settantacinque anni dalla strage, la giusta complessità allo scenario di quei drammatici fatti e ai suoi protagonisti.

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